L'Unità di Cardioncologia è impegnata in un'intensa attività di ricerca clinica sin dal 1994, anno di apertura dell'Istituto Europeo di Oncologia
I primi passi sono stati davvero pionieristici, non esistendo né un'esperienza specifica da parte della comunità scientifica, né una cultura basata sull’evidenza a livello nazionale, né adeguate segnalazioni a livello internazionale.
L'acquisizione di importanti conoscenze in merito alle varie problematiche cardiovascoalri dei pazienti sottoposti a trattamento oncologico ha consentito di sviluppare un modello di approccio clinico moderno e integrato, oggi considerato di riferimento sia a livello nazionale che internazionale.
In particolare sono stati ottenuti importanti risultati nei seguenti ambiti:
- Riconoscimento precoce della cardiotossicità da farmaci antitumorali. Il gruppo di ricerca dell'Unità ha valutato e validato nel corso di questi anni l’utilizzo dei marker cardiaci in campo oncologico nella diagnosi precoce del danno cardiaco indotto dai farmaci antitumorali e nella stratificazione del rischio cardiaco a breve e a lungo termine dei pazienti oncologici. In particolare, la Troponina I si è dimostrata in grado di identificare precocemente i pazienti a rischio di sviluppo cardiotossicità e gli eventi cardiaci avversi a essa correlati, ben prima che questa possa venire identificata con i tradizionali mezzi diagnostici utilizzati per il monitoraggio cardiologico dei pazienti trattati con farmaci antitumorali tradizionali e di nuova generazione.
- Prevenzione della cardiotossicità. La possiblità di identificare precocemente attraverso la valutazione di marker cardiaci i pazienti ad alto rischio di sviluppare una disfunzione cardiaca tardiva dopo terapia oncologica, ha fornito il razionale per sviluppare strategie di prevenzione della cardiotossicità da farmaci chemioterapici. Un trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACEI; enalapril) è risultato in grado di prevenire lo sviluppo di cardiotossicità e degli eventi cardiaci a essa correlati in pazienti oncologici ad alto rischio, selezionati in base all’evidenza di incremento di valori di Troponina subito dopo il trattamento antitumorale.
- Trattamento della cardiotossicità. La presentazione clinica più comune della cardiotossicità da farmaci antitumorali è rappresentata da una cardiomiopatia ipocinetica associata a una prognosi particolarmente severa e tradizionalmente considerata scarsamente responsiva ai trattamenti cardiologici. Tuttavia, i ricercatori clinici dell'Unità hanno recentemente dimostrato - in una popolazione di studio unica nel suo genere per la sua numerosità (oltre 500 pazienti) - che un trattamento cardiologico precoce con ACEI e beta-bloccanti consente di ottenere un recupero, parziale o completo, della funzione contrattile cardiaca, con un impatto positivo sulla prognosi cardiaca a medio e lungo termine. I risultati raggiunti smentiscono l’antica convinzione, condivisa sia da cardiologi che oncologi, che questa forma di cardiomiopatia causi un progressivo e inarrestabile deterioramento della funzione cardiaca e porti ineluttabilmente a uno scompenso cardiaco congestizio, resistente a ogni trattamento cardiologico.
- Approccio al paziente con doppia comorbidità, cardiologia e oncologica. Nella realtà clinica quotidiana, quando un paziente affetto da una patologia cardiaca sviluppa un problema oncologico, o viceversa, perde attrattiva sia per lo specialista cardiologo che oncologo, che hanno la tendenza ad assumere un atteggiamento rinunciatario, che porta spesso all’esclusione di quel paziente da trattamenti cardiologici intensivi e a procedure interventiste, come pure dalle strategie terapeutiche oncologiche di prima linea, più aggressive (e quindi più efficaci). Il risultato finale è che la gestione del paziente con doppia comorbidità risulta limitata, non coordinata, e molto spesso inadeguata. Questo si traduce in un impatto negativo sul decorso di entrambe le patologie, quando invece, al contrario, quello stesso paziente avrebbe la possibilità di essere trattato in modo adeguato ed efficace, con alte possibilità di guarigione/controllo sia della sua malattia cardiologica che di quella oncologica. In questa categoria di pazienti a più alto rischio, che rappresenta una popolazione in continua crescita, un approccio cardioncologico esperto è oggi essenziale per una gestione a 360° e per delineare il miglior trattamento possibile per la cura ed il controllo di entrambe le patologie. L'Unità di Cardioncologia dello IEO ha creato un approccio, inedito e dedicato, per consentire il trattamento antitumorale ottimale nel paziente cardiopatico, in sicurezza, sotto stretto monitoraggio cardiologico, utilizzando metodiche strumentali diagnostiche cardiologiche tradizionali in associazione alla valutazione di marker cardiaci (Troponina I e BNP).