La terapia radiorecettoriale si inserisce nel percorso di cura dei pazienti con tumore neuroendocrino, all’interno dell’attività multidisciplinare del centro di eccellenza ENETS dello IEO. Si tratta di una metodica di cura non invasiva, con limitati effetti collaterali, che ha ampiamente dimostrato la sua efficacia.
La Divisione di Medicina Nucleare IEO è stata uno dei pionieri dell’applicazione di questo trattamento nei tumori neuroendocrini negli ultimi 20 anni e si avvale del primo radiofarmaco registrato a base del principio attivo Lutezio-177-oxodotreotide, che ad oggi è indicato in pazienti adulti per il trattamento di tumori neuroendocrini gastroenteropancreatici (NET-GEP) ben differenziati (G1 e G2), progressivi, non asportabili o metastatici, positivi ai recettori per la somatostatina.
Lutezio-177-oxodotreotide è una sostanza analoga della somatostatina marcata con una molecola radioattiva, il lutezio177, che sfrutta l’elevata espressione dei recettori della somatostatina presenti sulle cellule dei tumori neuroendocrini e li utilizza per colpire in modo mirato il tumore stesso. Il radiofarmaco viene somministrato, in regime di ricovero protetto, in 4 infusioni (1 infusione ogni 2 mesi) per via endovenosa. Una volta entrato nel flusso sanguigno, Lutezio-177-oxodotreotide si lega ai recettori della somatostatina presenti sulle cellule tumorali, che vengono irradiate in maniera specifica e selettiva; in questo modo il radiofarmaco distrugge le cellule tumorali risparmiando le cellule sane circostanti.