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Servizio Dietetica e Nutrizione clinica

Coordinatore Unità tecnica: Annarita Sabbatini, [email protected]

Il Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica in IEO è mirato alla prevenzione e al trattamento della malnutrizione del paziente oncologico secondo le principali Linee Guida nazionali ed internazionali.

Una corretta alimentazione è fondamentale nel trattamento di molte patologie tra cui le neoplasie. Una dieta corretta e con scelte alimentari adeguate al tipo di tumore, alle terapie oncologiche (chirurgia/radio-chemioterapia) e agli effetti nutrizionali da loro causate, potrà aiutare a tollerare meglio i trattamenti, a portarli a termine e ad adeguare le nuove richieste nutrizionali con l’obiettivo di prevenire e/o curare lo stato di malnutrizione.

Lo stato di malnutrizione può infatti essere presente già all’esordio della malattia, soprattutto quando è localizzata negli organi dell’apparato digerente e peggiorare a causa di procedure radicali di trattamento chirurgico. Un ulteriore aggravamento dello stato nutrizionale è spesso secondario alle terapie adiuvanti alle quali il paziente viene sottoposto.

Il Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica IEO svolge la propria attività in tutti i reparti di degenza, a livello ambulatoriale e in collaborazione con la Ditta di ristorazione. Il paziente viene valutato dal punto di vista nutrizionale.

Attività

  • Educazione nutrizionale dopo intervento chirurgico al distretto cervico-facciale, all’esofago, allo stomaco, al pancreas, all’intestino tenue, al colon.
  • Educazione nutrizionale nel paziente sottoposto a radio-chemioterapia in presenza di effetti collaterali che implicano la riduzione dell’alimentazione spontanea per bocca.
  • Educazione nutrizionale in pazienti con importante perdita di peso corporeo.
  • Educazione per la gestione dei presidi di Nutrizione Artificiale Enterale e delle miscele enterali, compresi i supplementi nutrizionali per bocca.
  • Gestione del Dietetico Ospedaliero e delle diete speciali.
  • In collaborazione con la Ditta di Ristorazione, gestione del vitto ospedaliero con l’obiettivo di una sana e corretta alimentazione di prevenzione delle principali patologie croniche.

Viene svolta anche un’attività ambulatoriale in regime di solvenza per pazienti che devono seguire un programma nutrizionale personalizzato per sequele da terapie oncologiche o per prevenzione delle patologie croniche.

 

Approfondimenti

Di seguito sono disponibili alcuni approfondimenti

  • malnutrizione calorico proteica

    La Malnutrizione Calorico Proteica (MCP) rappresenta uno stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo, conseguente ad una discrepanza tra fabbisogni nutrizionali, introiti e utilizzo dei nutrienti.

     

    Nel paziente oncologico è ormai ben scientificamente documentato che l’insorgenza di MCP comporti un incremento della mortalità, della morbilità, delle complicanze della malattia di base, riduzione della risposta alla terapia da parte del tumore nonché dei tempi e dei costi di degenza; in aggiunta si può avere anche una minore efficacia dei processi di cicatrizzazione tissutale e un peggioramento dell’outcome e della qualità della vita, con riduzione della capacità di svolgere attività quotidiane.

     

    Al pari di una qualsiasi altra malattia quindi, la MCP deve essere prevenuta, precocemente diagnosticata, adeguatamente quantificata ed efficacemente trattata. Nel paziente oncologico la malnutrizione, in parallelo con l’evolversi della malattia, sfocia nella cachessia neoplastica, sindrome in cui, accanto alla perdita di massa grassa e magra, sono evidenti alterazione del metabolismo di zuccheri, lipidi e proteine ed è presente una sindrome infiammatoria sistemica.

  • valutazione dello stato nutrizionale

    La valutazione dello stato nutrizionale ha come obiettivo quello di individuare soggetti con problemi nutrizionali ed indirizzarli al trattamento terapeutico appropriato.

    La valutazione dello stato nutrizionale permette di:

    • accertare e quantificare la presenza di MCP in quei pazienti che presentano un qualsiasi disordine nutrizionale che includa un ridotto introito o un’aumentata perdita di nutrienti, aumentati fabbisogni calorico-proteici o un alterato metabolismo dei nutrienti;
    • prevenire l’insorgenza di MCP nei pazienti a rischio nutrizionale, che presentino cioè impedimenti meccanici, fisiologici, psicologici, economici e/o sociali, tali da interferire con l’ingestione, la digestione, l’assorbimento e/o il metabolismo dei nutrienti.

    La valutazione nutrizionale si avvale di una vasta serie di strumenti necessari a raccogliere precise informazioni relative allo stato di nutrizione dell’organismo di quei soggetti che saranno oggetto dell’intervento nutrizionale: dovrebbe essere effettuata al momento della diagnosi e ripetuta ad ogni visita di controllo per poter incominciare l’intervento nutrizionale precocemente quando si evidenziano deficit nutrizionali.

     

    Metodologie di valutazione nutrizionale:

    1. Anamnesi generale e esame obiettivo;
    2. Intake calorico proteico quali-quantitativo (storia dietetica, indagini per ricordo, per registrazione o controllo diretto dei consumi). Un’accurata anamnesi alimentare, oltre a valutare gli apporti qualitativi e quantitativi dei nutrienti, permette di evidenziare eventuali condizioni fisiologiche, psicologiche e socio-economiche del paziente, che possono non emergere nell’anamnesi generale. Un apporto alimentare è considerato inadeguato quando è < 60-70% dei fabbisogni nutrizionali;
    3. Antropometria e composizione corporea: storia del peso corporeo, calo ponderale, peso corporeo attuale, altezza, Indice di Massa Corporea (IMC), pliche adipose cutanee e circonferenze corporee. È ormai generalmente accettata la nozione che una perdita involontaria di peso corporeo > al 10% avvenuta in 1-3 mesi è indicativa di uno stato di malnutrizione. Il calo ponderale rappresenta, spesso, la prima manifestazione clinica di neoplasia, si verifica nel 30-80% dei pazienti ed è in genere di tipo severo solitamente nei 6 mesi che precedono la diagnosi di malattia; 
    4. Indici ematochimici (albuminemia, transferrinemia, prealbuminemia, proteina legante il retinolo, conta linfocitaria ecc);
    5. Capacità funzionale (dinamometria e funzione cardiovascolare e respiratoria);
    6. Valutazione soggettiva (protocolli standardizzati). 

     

  • nutrizione artificiale

    La Nutrizione Artificiale (NA) è una procedura terapeutica mediante la quale è possibile soddisfare i fabbisogni nutrizionali di pazienti non in grado di alimentarsi sufficientemente per via naturale. La NA si differenzia in Nutrizione Enterale (NE) e Nutrizione Parenterale (NP):

     

    Nutrizione Enterale: è la modalità di nutrizione preferibile perché percorre la via più fisiologica in quei pazienti con buona funzionalità del tratto gastroenterico, ma che non riescono a ricoprire i propri fabbisogni nutrizionali con la dieta per bocca o con la supplementazione orale. Ha minor rischio di complicazioni ed è di più facile gestione: i nutrienti vengono somministrati direttamente nello stomaco o nell’intestino mediante apposite sonde (Sondino Naso Gastrico, Gastrostomia Endoscopica Percutanea, Sondino Naso Duodenale, Sondino Naso Digiunale, Digiunostomia).

    La NE viene raccomandata dopo la chirurgia gastrointestinale ed è indicata nei pazienti che non possono alimentarsi per bocca precocemente nel post operatorio ad esempio:

    - chirurgia testa-collo (con posizionamento di Sondino Naso Gastrico o PEG se si stima che la nutrizione enterale sia protratta in un tempo rispettivamente inferiore alle 4 settimane o superiore alle 4 settimane);

    - chirurgia addominale in pazienti sottoposti a esofagectomia, gastrectomia o duodenocefalopancreasectomia (digiunostomia): grazie a questo dispositivo il paziente viene nutrito già 24 ore dopo l’esecuzione dell’intervento chirurgico;

    - pazienti sottoposti a radioterapia testa-collo con severe mucositi (Sondino Naso Gastrico).

     

    Nutrizione Parenterale: i nutrienti vengono somministrati direttamente nella circolazione sanguigna attraverso una vena periferica o una vena centrale di grosso calibro. E’ necessario attivare una NP quando: sono presenti stati di deficit nutrizionali/digestivi gravi, postumi di trattamenti oncologici aggressivi, senza evidenza di malattia in atto; pazienti con malattia avanzata in cui la prognosi finale è condizionata più dalla malnutrizione/ipofagia che dalla progressione della malattia; malassorbimenti gravi; fistole digestive; ischemia intestinale; alterazione della modalità intestinale (esiti di ampie resezioni intestinali)

     

    Sia la NE che la NP necessitano di precisi protocolli terapeutici e di monitoraggio, personalizzati a seconda dello stato metabolico e delle esigenze nutrizionali del singolo paziente.

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