Il trattamento dei tumori polmonari riscontrati con lo screening
Il trattamento chirurgico dei pazienti con tumore polmonare riscontrato con lo screening è risultato radicale nell' 89% dei tumori, poco invasiva, con poche complicanze e a bassa degenza media.
Pazienti operabili:
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89%
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Approccio Mininvasivo (Vats o robotico):
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79.0 % (ultimi 3 aa)
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Nell’ambito dei programmi di screening in accordo con le linee guida internazionali (IASLC, American Cancer Society, NCCN) la valutazione dei casi positivi (noduli dubbi o sospetti) è effettuata in maniera multidisciplinare da un team di specialisti composto da radiologi, chirurghi toracici e pneumologi. I soggetti cui è diagnosticato un nodulo polmonare di natura sospetta per tumore polmonare sono contattati telefonicamente dal chirurgo toracico per una prima comunicazione dei risultati della TC e si fissa un colloquio ambulatoriale ove discutere l’eventuale intervento chirurgico diagnostico e terapeutico in regime di ricovero con sistema sanitario nazionale, preceduto da opportuni esami ambulatoriali distadiazione e valutazione funzionale cardio-respiratoria.
In assenza di diagnosi preoperatoria il nodulo polmonare si asporta chirurgicamente in anestesia generale con tecnica mininvasiva videoassistita e si esegue un esame intraoperatorio al microscopio per ottenere la diagnosi istologica. In caso di tumore polmonare, si esegue l’intervento standard di lobectomia o resezione polmonareconservativa (segmentectomia) con linfadenectomia con tecnica preferibilmente mininvasiva robotica o tramite toracotomia laterale con risparmio dei muscoli. In casi di insufficiente riserva cardio-respiratoria si esegue una resezione conservativa atipica, quando la sede e le dimensioni del nodulo lo permettano.
La chirurgia mininvasiva (assistita da robot nei centri dove la tecnologia robotica è disponibile) permette di proporre un intervento conservativo nella maggioranza dei pazienti con tumore in fase iniziale.
Terapia chirurgica del tumore al polmone
La terapia chirurgica è la terapia di scelta per i pazienti affetti da carcinoma non a piccole cellule (NSCLC) in stadio iniziale di malattia.
Negli stadi iniziali I e II ,generalmente è sempre possibile la resezione completa della neoplasia. Per un’accurata stadiazione chirurgica e patologica è necessaria la linfoadenectomia mediastinica (l’asportazione insieme al lobo polmonare di una serie di linfoghiandole situate nello spazio tra i due polmoni che si chiama mediastino). I pazienti candidati a chirurgia con finalità curativa devono effettuare, prima del trattamento, alcune prove di funzionalità respiratoria (spirometria, emogasanalisi, scintigrafia polmonare) e una valutazione cardiologia e anestesiologica per escludere dalla chirurgia i casi che non potrebbero sostenere l’intervento.
Per lo stadio IIIA, la presenza di metastasi ai linfonodi mediastinici (N2) controindica l’esecuzione di una chirurgia iniziale, anche se tecnicamente fattibile. Lo standard internazionale prevede per questi casi un trattamento di sola chemioterapia o in alcuni casi di chemio e radioterapia che, con intento neo-adiuvante, precede la chirurgia.
Gli stadi IIIB-IV sono considerati inoperabili.
Le tipologie di intervento comunemente eseguite sono:
- pneumonectomia
- bilobectomia
- lobectomia
- resezione segmentaria.
Con il termine “sleeve resection” si intende la resezione segmentaria di un bronco principale con ricostituzione della continuità tracheobronchiale. Nei casi in cui patologie cardiopolmonari controindichino la lobectomia e nei pazienti con piccole lesioni periferiche (T1, N0) può essere effettuata una segmentectomia atipica (“wedge resection”). L’intervento di elezione è rappresentato dalla lobectomia accompagnato dalla linfoadenectomia mediastinica.
La mortalità post-operatoria di questi interventi è nettamente diminuita negli ultimi anni assestandosi intorno al 6% per la pneumonectomia, il 3% per la lobectomia e meno dell’1% per le resezioni minori.
Da segnalare l’uso della chemioterapia adiuvante post-chirurgica in pazienti operati per stadi I-II-IIIA per aumentare le possibilità di non ricomparsa della malattia. Questa metodica va riservata a pazienti non anziani, senza patologie associate, con una buona funzionalità respiratoria usciti brillantemente e senza complicanze dall’intervento chirurgico.
Terapia chirurgica del carcinoma polmonare a piccole cellule
Il carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) è considerato una malattia sistemica (potenzialmente diffusa o diffusibile) già alla diagnosi anche se in stadio limitato. Per tale motivo, il trattamento chirurgico (che è un trattamento locale) non è la terapia di elezione anche nelle forme tecnicamente operabili.
Il microcitoma polmonare, per l’alto indice di replicazione cellulare, è una neoplasia particolarmente chemiosensibile quindi la chemioterapia riveste un ruolo primario che nel tempo si è sempre più consolidato. Il microcitoma polmonare (SCLC) è anche altamente radiosensibile. La radioterapia trova indicazione a scopo curativo nelle forme limitate in associazione alla chemioterapia. La radioterapia profilattica dell’encefalo o PCI (per prevenire la formazione di metastasi) trova indicazione in pazienti con microcitoma (sia limitato che esteso) in risposta dopo chemio-radioterapia alla luce delle alte possibilità che il cervello possa diventare una sede di malattia.
La radioterapia nel tumore al polmone
La radioterapia può essere utilizzata con intenti curativi o palliativi. I pazienti candidati a un trattamento curativo sono quelli con non-microcitoma NSCLC localizzato (stadio I e II) non suscettibili di intervento chirurgico per patologie concomitanti In questi stadi iniziali inoperabili per ragioni mediche (comorbidità) oppure in caso di alcune localizzazioni anatomiche si utilizza la radioterapia (o radiochirurgia) stereotassica che sembra fornire risultati superiori alla radioterapia tradizionale ed essere sovrapponile alla chirurgia. Nello stadio III B la radioterapia deve essere associata alla chemioterapia in un programma di terapia combinata. Un’altra possibile indicazione alla radioterapia con intento curativo è rappresentata dalle recidive intratoraciche dopo sola chirurgia.
La radioterapia palliativa ha lo scopo di controllare la sintomatologia che la neoplasia primitiva (emottisi, dolore toracico, sindrome di Pancoast, sindrome mediastinica) o le metastasi (dolore da metastasi ossee, localizzazione intracraniche) possono determinare, migliorando così la qualità della vita.
La chirurgia conservativa per il tumore al polmone
IEO ha progettato e coordina uno studio multicentrico randomizzato con l'obiettivo di dimostrare l'equivalenza tra la lobectomia con rimozione dei linfonodi e la segmentectomia (l'asportazione di un solo segmento del lobo) senza rimozione dei linfonodi, effettuata con toracoscopia o chirurgia robotica, nel caso di tumori piccolissimi (stadio a 1, inferiori a 2 cm, senza linfonodi colpiti evidenziati alla PET e alla TC).
Si intende dimostrare che le probabilità di guarigione sono uguali per i due tipi di trattamento mentre i vantaggi in termini di qualità di vita sono evidentemente maggiori nel caso di rimozione di un solo segmento.
Il robot è lo strumento ideale per la chirurgia conservativa perché potenzia le capacità del chirurgo e ne amplifica i sensi (campo visivo, ampiezza dei movimenti). Uno studio multicentrico si prefigge di confrontare la qualità di vita e i risultati in termini di morbidità e dolore postoperatorio nei soggetti sottoposti a chirurgia toracica robotica e chirurgia toracica standard con video toracoscopia tradizionale. Lo studio avverrà tra la collaborazione della Divisione di Chirurgia Toracica di IEO e alcuni centri americani di spicco nell'ambito della tecnologia robotica.