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LINFOMA MARGINALE



Il linfoma della zona marginale è un raro tipo di linfoma non Hodgkin. Si sviluppa nella maggior parte dei casi da un'infiammazione cronica o da un errore casuale nel DNA che porta alla creazione di cellule anormali. E’ più comunemente diagnosticato nelle persone di età superiore ai 65 anni.
Può essere classificato in tre sottotipi:
1. Linfoma della zona marginale extranodale del tessuto linfoide associato alla mucosa o linfoma MALT: questo sottotipo si trova al di fuori dei linfonodi. La localizzazione più comune è lo stomaco, ma può anche interessare gli occhi, l'intestino e la pelle. Spesso è associato ad un’infezione che rappresenta lo stimolo cronico alla proliferazione delle cellule e le induce ad errori del DNA che le fanno trasformare in cellule cancerose.
2. Linfoma marginale nodale: il nome deriva dal fatto che si trova nei linfonodi ed è il secondo sottotipo più comune.
3. Linfoma marginale splenico: è il sottotipo più raro. Colpisce la milza, un organo che fa parte del sistema immunitario.

 

Sintomi

Poiché i linfomi della zona marginale crescono lentamente, possono essere necessari anni prima che un paziente manifesti i sintomi. Ecco perché spesso viene scoperto per caso, quando un paziente si sottopone a indagini per un altro motivo medico.
Nel sottotipo splenico c’è un caratteristico aumento di volume della milza, mentre nel linfoma della zona marginale nodale, l’aumento di volume riguarda i linfonodi. Il linfoma MALT tende invece a manifestarsi come un'infiammazione. I pazienti possono manifestare disturbi gastrici oppure secrezione oculare, tipo congiuntivite. Talvolta è interessata la cute con nodulazioni o eruzioni cutanee. Altri sintomi possono essere:

 

  • Stanchezza
  • Febbre
  • Perdita di peso
  • Sudorazioni notturne
  • Una sensazione di dolore o di pienezza sotto le coste sul lato sinistro, che può essere causata da un ingrossamento della milza.
  • Lividi che compaiono con facilità, sanguinamento dal naso o dalle gengive
  • Fiato corto

 

 

Cause

Per il sottotipo di linfoma marginale nodale non sappiamo quali sono le cause che possono determinare danno nel DNA tali da provocare la trasformazione delle cellule normali in cellule tumorali. Nel sottotipo marginale splenico è riconosciuta un’associazione con il virus dell’epatite C.
Nella forma associata alle mucose la causa è in genere un’infiammazione cronica da parte di agenti patogeni diversi a seconda del sito coinvolto: clamyia psittaci per la forma oculare, campylobacter jejuni per quella duodenale, borrelia burgdorferi per la forma cutanea ed helicobacter pylori per quella gastrica.

 

Diagnosi

Per diagnosticare il linfoma marginale vengono utilizzati l’esame obiettivo, l'anamnesi e i seguenti test:

  • Esami del sangue: in una percentuale di casi possono mostrare un aumento dei linfociti, che sono le cellule malate a livello del sangue periferico ed una riduzione delle cellule sane con anemia e piastrinopenia.
  • Diagnostica per immagini: serve per evidenziare un aumento di dimensione della milza o dei linfonodi o una localizzazione di malattia in altre parti del corpo.
  • Biopsia del midollo osseo: tramite un ago apposito si preleva un frustolo di tessuto dell’osso iliaco, questo viene poi sottoposto a delle analisi che ci diranno informazioni sulla natura del linfoma.
  • Biopsia di un linfonodo: soprattutto nelle forme nodali.
  • Gastroscopia con biopsia: spesso il linfoma MALT è diagnosticato in corso di gastroscopia, eseguita per sintomatologia gastrica.

 

Terapia

Dal 30% al 40% dei pazienti con diagnosi di linfoma MALT guarisce con gli antibiotici. La radioterapia può essere utilizzata per i pazienti la cui malattia è più avanzata e non risponde agli antibiotici. Ci sono altri possibili approcci, ovvero:

 

  • Vigile attesa. Se le dimensioni di milza e linfonodi sono limitate e non ci sono anemia o piastrinopenia, il trattamento potrebbe non essere immediatamente necessario. In questo caso il paziente verrà controllato regolarmente con esami ematici, strumentali e visite ematologiche con una cadenza che verrà definita dal suo medico ematologo. Potrebbe non essere necessario alcun trattamento anche per anni.
  • Chemioterapia: utilizza farmaci in grado di uccidere le cellule tumorali in tutto il corpo. La chemioterapia - utilizzata da sola o con altri medicinali potrebbe essere il primo trattamento per chi presenta sintomi.
  • Terapia mirata o “targeted therapy”: la terapia mirata utilizza farmaci che attaccano delle molecole coinvolte nelle vie di segnalazione intracellulari, determinando la morte delle cellule malate. I farmaci che costituiscono le terapie mirate potrebbero essere utilizzati in associazione con altri trattamenti, come la chemioterapia o l’immunoterapia.
  • Immunoterapia. L'immunoterapia è un trattamento con farmaci che aiutano il sistema immunitario a uccidere le cellule tumorali. Tra le opzioni: Anticorpi monoclonali, incluso il rituximab; Inibitori del BTK. Il BTK è un recettore presente in ogni cellula B. È particolarmente espresso nelle cellule B del linfoma ed è fondamentale per la loro sopravvivenza. Gli inibitori BTK sono farmaci antitumorali che prendono di mira il recettore BTK per eliminare le cellule B anormali, uno di questi si chiama ibrutinib.
  • Trapianto di midollo osseo. In casi selezionati, un trapianto di midollo osseo, noto anche come trapianto di cellule staminali, può essere un trattamento. 
  • Trials o studi clinici: è possibile che il medico ematologo proponga al paziente l’arruolamento all’interno di uno studio sperimentale. Gli studi sperimentali sono delle grandi occasioni in quanto viene offerto al paziente un farmaco o una combinazione di farmaci non ancora in commercio, ma del quale il paziente potrebbe beneficiare in ragione della partecipazione allo studio stesso.

 

 

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