Tumore del rene. La chirurgia rappresenta il gold standard di trattamento per la neoplasia renale. Un tempo la nefrectomia radicale, cioè l’asportazione totale del rene malato, era l’intervento più diffuso. Allo stato attuale, invece, laddove le dimensioni del tumore lo consentano, la chirurgia conservativa che asporta solo la massa e preserva il tessuto sano è il trattamento di elezione. Negli ultimi anni la chirurgia robotica si sta progressivamente sostituendo alla chirurgia tradizionale a cielo aperto nell’ambito di un sempre maggiore sviluppo di trattamenti mini-invasivi. Ai pazienti eleggibili a un trattamento robotico, la Divisione offre la chirurgia robotica che ottiene ottimi risultati oncologici, una limitata morbilità intra e perioperatoria con scarso impatto sulla qualità di vita e tempi di ripresa più veloci. Le forme avanzate di tumore del rene sono candidate a trattamento sistemico con farmaci “target”, non chemioterapici che vanno a colpire bersagli specifici responsabili del controllo della proliferazione e della morte programmata della cellula tumorale.
Tumore della vescica. Le possibilità di trattamento chirurgico di un tumore della vescica comprendono la resezione transuretale (TURV) per neoplasie di piccole dimensioni non infiltranti, trattamento spesso risolutivo, e la cistectomia (asportazione dell'organo). L'approccio terapeutico prevede anche la possibilità di interventi combinati che possono vedere impiegati chemioterapia e radioterapia prima, dopo o in alternativa all’intervento chirurgico con l’intento di preservare la vescica, in casi selezionati.
Alta efficacia ha nel carcinoma non infiltrante il trattamento intravescicale con il bacillo di Calmette-Guerin (BCG) o diversi agenti chemioterapici.
Nel tumore della vescica in fase avanzata l'approccio terapeutico è di tipo polichemioterapico, con l’ausilio di diversi farmaci quali il cisplatino, la gemcitabina, la vinflunina le antracicline e i taxani.
Tumori del testicolo. Gli stadi iniziali sono curati con la sola chirurgia del testicolo. Il trattamento medico è rappresentato da chemioterapia contenente cisplatino (PEB) che è proposta dopo la chirurgia per un numero di cicli variabile in base allo stadio di malattia e alla finalità del trattamento. La chemioterapia sistemica si propone anche in caso di ricaduta di malattia o mancata guarigione completa dopo chemioterapia iniziale. È importante in questi pazienti, vista la giovane età, riservare grande attenzione alle problematiche relative alla fertilità.
Tumore del surrene. L’asportazione chirurgica di tutta la ghiandola rappresenta il trattamento di elezione nei casi di malattia localizzata, con buoni risultati in ambito di sopravvivenza libera da malattia. In caso di mancata indicazione all’intervento chirurgico si possono somministrare farmaci antiormonali, chemioterapici o ricorrere alla radioterapia (se la lesione è confinata). L'avvento della surrenectomia mini-invasiva ha costituito una svolta per la rimozione chirurgica dei tumori surrenalici, in precedenza gravata da una percentuale di complicanze più elevata. L’uso del robot è caratterizzato dai vantaggi noti: minori perdite ematiche, minore dolore post-operatorio e migliore risultato estetico, minore degenza ospedaliera.
La Divisione di Chiurgia urologica e l’Unità di Oncologia Urogenitale e cervicofacciale sono coinvolte in numerosi Studi Clinici nazionali e internazionali di ricerca sulle patologie urologiche. In IEO è presente una équipe specializzata nella diagnosi e nella cura delle patologie oncologiche urologiche che, integrando competenze mediche e infermieristiche, garantisce una gestione a 360°, ponendo il paziente al centro del proprio iter terapeutico e rendendolo parte attiva di ogni step.