All’Istituto Europeo di Oncologia è attivo un nuovo progetto di ricerca per sconfiggere il cancro del polmone, big killer numero uno fra tutti i tumori. La ricerca, finanziata con i fondi del 5x1000, attraverso l’analisi combinata di respiro, urine e sangue, si propone di creare un test innovativo per la diagnosi precoce del tumore del polmone, non invasivo e privo di radiazioni.
«Il paradosso del tumore polmonare è che è allo stesso tempo un tumore fra i più letali e fra i più guaribili. Attualmente la malattia ha un tasso di sopravvivenza a cinque anni calcolata al 54%, se viene diagnosticata agli esordi e quando è ancora localizzata. Ma la guaribilità è direttamente proporzionale alla precocità della diagnosi, può andare ben oltre questa soglia e arrivare fino all’80% - spiega Lorenzo Spaggiari, Direttore del Programma Polmone IEO e Principal Investigator dello studio. La chirurgia ha sviluppato tecniche mininvasive, fra cui la chirurgia robotica, in grado di trattare i tumori piccoli con la massima efficacia oncologica, oltreché con la minima tossicità per la persona. Eppure soltanto il 15% dei tumori al polmone oggi viene diagnosticato in fase iniziale e quindi la mortalità globale risulta, paradossalmente appunto, molto elevata, con un triste record di 100 morti al giorno solo in Italia».
Queste circostanze conducono alla necessità di trovare uno strumento di screening di popolazione che sia, oltre che efficace, anche accessibile ai sistemi di salute pubblica. La TAC a basse dosi ha dimostrato scientificamente di essere in grado di identificare tumori iniziali ma, a causa dei suoi alti costi e il rischio di falsi positivi, il suo uso clinico deve essere limitato a gruppi ben selezionati. Il nuovo studio si basa sull’idea originale di combinare i risultati dell’analisi di respiro, urine e sangue, per definire il rischio individuale di sviluppare il tumore polmonare.
Il tumore, del resto, è una malattia eterogenea e dunque la sua prevenzione non può che essere personalizzata.
«Nel nostro progetto - spiega Roberto Gasparri, che ne è co-principal investigator - eseguiremo per la prima volta un‘analisi, sia quantitativa che qualitativa, delle particelle che il tumore produce e rilascia: i composti organici volatili (VOCs) nel respiro e nelle urine, e le proteine nel sangue. Confronteremo i dati di due grandi gruppi di soggetti: 200 malati, reclutati presso il nostro Istituto, e 200 soggetti sani ma con un elevato rischio di tumore polmonare (forti fumatori, pazienti con BPCO, enfisema o asma). Siamo convinti di ottenere così un identikit del tumore negli stadi precoci, quando è così piccolo che neppure la Tac lo può rilevare. Potremmo dunque riconoscere la presenza malattia a uno stadio iniziale e accelerare la strada della diagnosi e della guarigione».
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Per partecipare allo studio:
Se hai più di 50 anni e sei, o sei stato, un forte fumatore e vuoi aderire a una nuova idea di prevenzione, scrivi a [email protected]
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