Pubblicato il: 14 febbraio 2022,
StudiClinici
Si può evitare lo svuotamento ascellare a migliaia e migliaia di donne
Un ampio studio IEO dimostra che oltre la metà delle pazienti con tumore al seno candidate a un esteso intervento chirurgico all’ascella, può in realtà essere trattata con chirurgia conservativa.
L’obiettivo dello studio era determinare il significato clinico della mancata visualizzazione del linfonodo sentinella, il primo dei linfonodi della rete linfatica che si dirama dalla ghiandola mammaria. Con la biopsia del linfonodo sentinella si verifica l’eventuale presenza di cellule tumorali in questo linfonodo ed è così possibile sapere se il tumore originato nel seno ha iniziato a diffondersi nell’ascella. Lo stato del linfonodo indica quindi al chirurgo senologo se procedere o meno con lo svuotamento ascellare, dopo aver rimosso il tumore dalla ghiandola mammaria.
“Alcuni studi hanno ipotizzato che la mancata visualizzazione del linfonodo sentinella alle immagini scintigrafiche fosse segnale di metastasi, ma in mancanza di dati definitivi, in IEO abbiamo deciso di non fermarci” – spiega Giovanni Corso, chirurgo senologo IEO.
“Abbiamo quindi applicato durante l’intervento una procedura già nota di Medicina Nucleare - precisa Francesca Magnoni, chirurgo senologo IEO e prima firma del lavoro - che permette di identificare il linfonodo sentinella grazie al segnale, rilevabile da una sonda, del tracciante radioattivo iniettato in corrispondenza della ghiandola mammaria. Il tracciante segue lo stesso percorso delle cellule tumorali attraverso il sistema linfatico e come loro si posiziona nel primo linfonodo che incontra: il linfonodo sentinella”.
“I risultati di questo studio rappresentano un importante contributo dello IEO alla chirurgia conservativa del seno, campo in cui siamo orgogliosi di essere un riferimento mondiale. Si può evitare lo svuotamento ascellare a migliaia e migliaia di donne”, dichiara Paolo Veronesi, Direttore del Programma Senologia IEO e coautore dello studio.
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