Giuseppe
Giuseppe lavora nell'ambito dell'epigenetica convinto che gli studi che sta conducendo porteranno nuovi strumenti per affrontare in maniera vincente disturbi in ambito oncologico e psichiatrico.
Da piccolo volevo fare il regista di cinema. La passione per la medicina è nata dopo, a sedici anni, mentre ero a studiare a Chicago. È stata una folgorazione autentica. Mentre preparavo l’esame di ammissione all’università, ricordo che mi ero commosso studiando come vengono prodotte le proteine, una fascinazione immediata per i meccanismi molecolari della vita che poi negli anni è andata solo crescendo.
Già dal terzo anno di corso ho cominciato a frequentare un laboratorio di biologia molecolare, dividendo il tempo tra le corsie e il teatro, l’altra mia grande passione. Il grosso della mia formazione è avvenuto però in Germania, prima all’EMBL di Heidelberg e poi a Dresda. Anni intensissimi. Contemporaneamente mi sono formato in bioetica e biopolitica per affrontare al meglio le sfide tra scienza e società, l’altro ambito di ricerca che porto avanti in IEO in parallelo al lavoro del mio laborario.
La passione per la medicina è nata dopo, a sedici anni, mentre ero a studiare a Chicago. È stata una folgorazione autentica
In laboratorio studiamo come la regolazione dei geni possa incepparsi quando siamo colpiti da due tipi di malattie: il cancro e i disturbi del sistema nervoso
Il mio laboratorio in IEO si occupa di epigenetica e cellule staminali. Studiamo cioè come i nostri geni vengono regolati durante lo sviluppo, e come la regolazione possa incepparsi quando siamo colpiti da due tipi di malattie: il cancro e i disturbi del sistema nervoso.
Quando mi iscrissi a medicina, l’oncologia e la psichiatria erano le discipline che più mi interessavano; a distanza di anni reputo che sia una cosa fantastica essere riuscito a coniugare i due interessi attraverso la traccia unificante dell’epigenetica. Spero che un giorno questi studi ci diano nuovi strumenti per affrontare tali malattie, e con questa convinzione formo quotidianamente i ricercatori più giovani.