Tiziana
Sono Tiziana e mi occupo di ricerca sul cancro. In particolare studio come un'alterazione genetica delle proteine possa essere causa di una malattia di tipo tumorale.
Dopo la laurea in biologia molecolare e il dottorato ho trascorso sei anni in Germania e nel 2008 sono tornata in Italia perché le conoscenze che avevo assimilato potessero trovare la loro applicazione. La mia avventura allo IEO è iniziata alla guida di un gruppo di studio che fa indagini nell’ambito della proteomica, una branca medica che monitora il comportamento delle proteine che compongono la cellula e le permettono di svolgere tutte le sue funzioni. Una mutazione nel DNA di un gene si può tradurre in una proteina che funziona male; questo mal funzionamento può essere causa di una malattia di tipo tumorale.
La proteomica è una disciplina piuttosto recente, e per questo per condurre una ricerca all’avanguardia sono necessarie tecnologie avanzate e competenze specifiche. Negli ultimi anni i progressi sono stati impressionanti: oggi nel nostro gruppo qui allo IEO siamo in grado di monitorare le fluttuazioni nella concentrazione di circa 6.000 proteine con un unico esperimento, cioè in poche ore: questo genera una “fotografia” dello stato funzionale della cellula estremamente dettagliato, fino a qualche anno fa impensabile anche nei laboratori più all’avanguardia a livello mondiale!
Oggi nel nostro gruppo qui allo IEO siamo in grado di monitorare le fluttuazioni nella concentrazione di circa 6.000 proteine con un unico esperimento
Lo IEO è un istituto che riconosce da sempre il valore della ricerca
Nel dipartimento di Oncologia Sperimentale dello IEO ho trovato un ambiente per me ideale. Lo IEO è un istituto che riconosce da sempre il valore della ricerca; è aperto all’innovazione, sia per quanto riguarda le idee e le intuizioni che per quanto concerne gli approcci e le strategie di ricerca. Sono circondata da colleghi molto esperti e “forti” nel campo dello studio dei meccanismi epigenetici alla base dell’insorgenza dei tumori, che è esattamente l’argomento che mi appassiona di più e in cui sento di poter dare il mio contributo.
Poiché l’approccio proteomico è molto diverso da quello della maggior parte dei ricercatori più focalizzati sulla genomica, il mio apporto è peculiare e complementare alle strategie di studio più convenzionali. Spero davvero di continuare su questa strada, magari avvicinandomi maggiormente a studi di tipo traslazionale, in cui la ricerca di base trova possibilità di un’applicazione più diretta alla clinica; in questo senso, lo IEO è sicuramente il luogo ideale per poter proseguire su questa strada.